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Andiamo a Roma

Scritto da Fausto Giusti il .

via francigena Un cordiale e fraterno saluto a tutti.

Finalmente la meta si avvicina, la fatica dei tanti chilometri percorsi a piedi svanisce di fronte ad un premio che non si vede né si tocca ma si gusta col cuore, con la mente, con lo spirito di un ricordo indelebile e l'emozione di una lunga " camminata" (la parola giusta sarebbe pellegrinaggio perché di questo si tratta) che ci porterà, tra pochi giorni, fino a Roma percorrendo la "Via Francigena", l'antica via dei pellegrini che fin dal nono secolo portava i pellegrini fino a Roma.

Il nostro gruppo è molto eterogeneo: uomini e donne, giovani e meno giovani. Quest'anno diventa anche internazionale essendosi aggregate 5 pellegrini che provengono da Barcellona. L'idea di arrivare a Roma percorrendo l'antico sentiero medievale mi è sembrata, all'inizio, un'avventura tanto strana quanto coinvolgente. E' una sfida fisica e psicologica dovendo dimenticare le comodità cui si è abituati.

Ma iniziamo con ordine.

A fine agosto 2012 siamo arrivati a Siena. Tutti noi non stavamo nella pelle dalla soddisfazione. Raccontare il percorso fatto richiederebbe troppo spazio senza riuscire a trasmettere le sensazioni provate, i legami personali, le confidenze che i 90 chilometri fatti insieme comportano lasciando alle spalle la fatica ed il sudore; lo zaino carico delle poche ed essenziali cose; sul volto di tutti l'emozione, la soddisfazione ed il ringraziamento al Signore. Le "credenziali" in tasca  con l'ultimo timbro che attesta il percorso fatto dal pellegrino in quel giorno. Giusto, dimenticavo: Le credenziali. Un cartoncino col simbolo del pellegrino. E' come il passaporto che attesta le mete raggiunte ma è molto di più perché racchiude lo spirito e la natura del pellegrinaggio come si concepiva quando c'erano i piedi , l'asino e la natura a volte selvaggia e pericolosa che  non si osserva dalle autostrade. Lo scorso anno abbiamo lasciato alle spalle Siena per una meta più ambiziosa: raggiungere Bolsena dopo 143 chilometri. Ormai, ci confidavamo con un pizzico di orgoglio, non ci fermiamo più mentre la nostra fantasia ci trasportava già oltre Roma che dovevamo raggiungere soltanto questo fine agosto. Un chilometro dopo l'altro le gambe hanno fatto il proprio dovere, sembrava conoscessero cosa fare e dove andare. Il sole di agosto non frenava la voglia di scherzare, cantare e sognare. Dopo 5 giorni l'emozione e la commozione per la metà raggiunta venivano amplificate dal trovare il gruppo di compaesani che ci aveva preceduti in bus per "riportarci a casa". Così, tutti insieme,  come l'anno precedente, abbiamo avvertito la necessità di ringraziare Dio per questo dono celebrando la S.Messa nella Chiesa di S. Cristina. E' il sigillo di ogni pellegrinaggio cristiano. Questo il passato, o meglio non è mai passato perché il ricordo accompagna tutto l'anno. Il futuro è prossimo perché il 24 agosto inizia l'ultimo tratto del percorso che porta a Roma, in piazza S.Pietro. Il più importante. Con le "credenziali" che attestano il percorso fatto  ci verrà consegnato il "testimonium". Non sappiamo esattamente cosa sia o come è fatto e cosa c'è scritto, tuttavia sappiamo ciò che rappresenta per tutti noi che per tre anni abbiamo sperimentato quello che per secoli migliaia di pellegrini hanno vissuto; per quelli era cosa normale mentre per noi, abituati alle molte comodità sembra cosa straordinaria mentre di straordinario  ci sono soltanto i nostri piedi, un grande dono i piedi, non inquinano, sono a costo zero e ci portano da Vinci a Roma. Questo ci ridimensiona nelle nostre sicurezze e orgoglio, nel nostro sentirci tranquilli  in una fede appagata da poche   e distratte preghiere quotidiane ma consci che il Buon Padre ci conosce così bene da non pretendere molto. Il di più lo mette Lui.